lunedì, luglio 14

Non si muore tutte le mattine

Mi è entrato nel sangue, come una zecca si infila tra la pelle i muscoli, ed io gratto, sbraito, gli urlo contro eppure rimane, e succhia, si nutre di me e rimango alla fine solo a guardarlo.
Questo libro ci rappresenta, tutte le sue storie, tutto. la merda, lo champagne, i travestiti e il ghiaccio tritato fine. Le macchie sugli occhi dei marocchini ed il puzzo tra i denti dell'ultima sigaretta fumata la notte prima. Ussari, sirene, specchi retrovisori di camion da cui si calano le africane la notte, in quel confine tra autostrada e città che non conosci se non vuoi andare proprio lì. Una trappola per topi senza formaggio, senza topi, senza molla, senza trappola, una trappola per topi e basta.

Vinicio Capossela non ha scritto un romanzo, ha messo il cranio su di una affettatrice e te ne offre le fette, tagliato fine, un poco più grosso, che poi ci devo fare la pizza. Ed io ci rimango dentro, sono una rana in un bicchiere che cerca di scavalcare il bordo ma si trova sempre schiena a terra, e che per la maggior parte del tempo è ferma.

Muoio di inedia celebrale a leggerlo, divento ignavo e mi faccio pungere dalle vespe cercando riparo in esso. Capossela scrive e io leggo e basta. smetto di inventare, smetto di rileggere, smetto di sognare. Sogno Myland e impreco, impreco questa Veneziaà bellissima che mi toglie il male di vivere che invece fa scrivere capolavori a lui.

Cose da uomini, Myland e Napoleone, Periferie e campagna di Russia, Chioschi di arabi con la polvere in bocca ed ussari dai cappelli di pelo ghiacciati, mentre se ne stanno chini nella neve come sabbia, aspettando Lui che passi di lì. Ma forse non passa, forse è morto, alcuni dicono che la sua Guardia lo abbia trovato a guardare verso Parigi, congelato, le palpebre aperte, il ghiaccio negli occhi.

L'unico mio modo di scrivere è parafrasare lui, scrivere come lui, scrivere di quello che scrive lui cambiando un i soggetti, le parole, gli apostrofi! Cosa sarebbe uno scrittore senza apostrofi da cambiare!

Torno nel mio ufficio e mentre cammino incontro gente che ora non conosco, ma che conoscevo prima. Sono in quattro, tornano a Venezia perché hanno finito gli esami alla Bocconi, Milano senza sirene che suonano la notte, primo centro di smistamento disoccupati d'alto bordo.
Mi fermano, uno mi batte sulla spalla, pare abbiano voglia di parlare con me. perché? Manca il battello, unica via di fuga.
E mi chiedono, ma come stai, ma come va e non va. Io di loro so già tutto. Pacchetto luxury ovviamente, il massimo dell'omologazione, per non rischiare di rimanere bidonati: Cortina, Barca, Appartamento a Milano, carriere economiche che non decolleranno mai, matrimonio a 35 anni con chi conviene, Milano da bere tutto l'anno, con gran gioia della Ramazzotti e Marco Mignani che ha inventato tutto da zero. L'obiettivo è nessuna creazione, nessuna ideazione, puro stordimento tutta la vita, poi se rimane qualcosa agli eredi è meglio morire presto. All'ultima morte che ho assistito, questa primavera, il vecchio nel letto accanto aveva una badante che veniva a trovarlo una volta al giorno, il resto lacrime e paura, tutta la notte, urla, lacrime, dolore, le infermiere che ti insultano, ti minacciano perché tu tutta la notte hai le unghie che affondano nel lenzuolo e un ululato che ti si gonfia in gola come un'erezione. è il momento che dura tutta una vita, quando hai sbagliato tutto, quando lo capisci, quando hai solo una televisione spenta a riempire le giornate, nessuno, mai, che viene. Ma c'è di peggio, non ti preoccupare, e sta per venire.

Di me non sanno un cazzo, meglio non saperlo, rimangono delusi quando c'è vita fuori dal loro pianeta, come la Chiesa. Però quello che non sanno è che io a loro non domando. Mai. Non mi interessa quello che fai. Non mi interessa da dove vieni. Non mi interessa niente. Al massimo c'è il fatto se sei in mezzo ai piedi o no. La biondina capisce, e cinguetta: "Ma non sei curioso di cosa faccio io?".

Il battello arriva, mi giro a guardarla: sinceramente? Sì, mi interessa sapere se ti togli dai piedi o no che devo montare.

Lasciatemi leggere Capossela, lasciatemi respirare l'aria che esce dalle ciminiere delle navi da crociera ormeggiate. Lasciatemi posare piede sul pontile e come Armstrong piantò la bandiera accendermi una sigaretta. Di voi, delle casette tutte in fila non mi frega nulla, delle barchette in leasing che affondate non mi interessa, sono migliore, su tutti i piani, inutile neanche pensare che mi possiate sfiorare. Quando si aprirà la barriera dell'ippodromo io sarò già partito da un pezzo, lascio a voi la gara per il secondo posto.

Mi chiede perché mi si aprono tutte quelle porte quando vado a Milano. Lui, 25 anni come me, non può capirlo, rimane nel giro dei bimbi con Mercedes, ma senza autista. Stessa risposta a voi: Cose da adulti.

Neanche correndo mi raggiungi, ed io invece sono fermo, aspetto settembre quando GA ritorna, che bisogna completare i dettagli, nel frattempo, mi faccio pagare l'appartamento che dà sul Duomo da altri, che aspettano che dica sì alle loro proposte. Non ci sono mai entrato, gli ho detto che volevo un appartamento. La mia vacanza mentale dura fino a lì, Capossela sono 333 pagine, devono durare, altrimenti è finita.

domenica, maggio 25

Coppetta una tuba

Non parlo mai di calcio. Non lo trovo un argomento interessante di cui discutere dopo una partita. Lo faccio magari al bar per aggregazione, lo faccio alla fine di un campionato perchè, in fin dei conti, tutti vorremmo essere allenatori, tutti vorremmo soffrire e gioire come quei signori in giacca e cravatta quando intorno sono in pantaloncini e scarpe con i tacchetti. Ma non è questo il problema. Il problema è che vedendo la partita di ieri sera Roma - Inter, finale di coppa italia, mi sconvolge il livello di scorrettezza che divora il calcio italiano. Scorrettezza fuori dal campo, ma non se ne è vista ieri, ma soprattutto sul campo, con falli, finzioni, insulti, mani addosso. Gioco corretto una tuba mio capitano, gioco corretto una tuba se me lo concedete. Perchè certamente siamo tutti contenti che la Roma abbia vinto la Coppa Italia e l'Inter lo scudetto, così siamo tutti felici, ma c'è modo e modo.

Io sono un tifoso cento per cento neroazzurro, ho seguito tutti i campionati senza mai una flessione di fede interista. Dico però che questo campionato è rimasto leggermente falsato, che io spero che pressioni non se ne siano fatte, spero che le sviste arbitrali che ci sono state per alcune squadre, non ultime la Roma che ha "rubato" pure lei, siano state frutto di un'eccessiva pressione dovuta alla chiacchera da bar televisiva, ai comunicati stampa quasi si parlasse di guerra mondiale quando è solo gioco del calcio, alla pressione che tutto il mondo calcistico ha subito anche a causa delle tragedie che si sono consumate questa stagione fuori dagli stadi. Insomma un calcio che grida al miracolo perchè una partita non è finita in un bagno di sangue nel parcheggio fuori dallo stadio, una partita in cui si loda il comportamento della tifoseria che lancia fischi assordanti durante l'inno di mameli, ma soprattutto una partita che ha dimostrato, ultimo atto di un campionato violento, che la scorrettezza in campo è la regola.

Non so se riproporranno mai l'azione che ha innestato il secondo gol della Roma. Quello è fallo. Cassetti commette un netto fallo su Cesar, inutile girarci intorno. è cartellino giallo perchè su azione offensiva dell'Inter e la spinta è sul corpo, non sulla palla.
Però l'azione prosegue, si segna il gol con l'Inter che aspetta incredula che si fischi il fallo e così è tutta la partita, quando viene fischiato contro i Romanisti alzano le braccia al cielo invocando San Pietro, però quando è da buttare fuori la palla perchè un interista è a terra quasi ci si dimentica di farlo. Sei ammoniti (di cui Zanetti)non è una partita corretta, smettiamola di prenderci in giro. Lo spettacolo pietoso di questi giocatori che quando commettono fallo imprecano, alzano le braccia al cielo, si lamentano aizzando il pubblico non è calcio.

La domanda finale quindi è. Se il colpo di testa di Burdisso fosse andato dentro invece di colpire il palo? Se poi ai rigori avesse vinto l'Inter, o magari su azione dopo, la partita sarebbe finita correttamente? o la Roma invece di "Godersi la Coppa" si sarebbe lamentata dell'"Inter ladrona"? i fischi dagli spalti sarebbero diventate monetine?

La palla è rotonda e la vittoria io reputo sia andata meritatamente alla Roma per la voglia e l'intelligenza e freddezza di mantenere il risultato rallentando la manovra avversaria (anche se è scorretto, ma lo fanno tutti, più o meno), però sarebbe stato bello che segnasse con un altro gol, un gol pulito e non sporcato dal Capitan Zanetti che blocca Morganti urlandogli addosso. Non è bello finire così il campionato, non è bello che all'ultima gara si gridi al miracolo per l'assenza di contusi e si ringrazi la Roma che vince e non perde perchè gioca in casa. Perchè magari non bastavano 2000 poliziotti (ma abbiamo idea di quanto costano?E mica pagano le società) a contenere la violenza generata dalle troppe dichiarazioni piagnucolose di certi giocatori. L'inter è anni che non vince, è abituata alla sconfitta, ha imparato da essa e gioca con tutto il sangue nelle vene. Magari la Roma non è abbastanza matura per capire che perdere uno scudetto non vuol dire che gli altri hanno rubato.

lunedì, maggio 5

Distanza

Ieri sera strana sensazione, forse dovuta alla pioggia, forse dovuta alla stanchezza, forse dovuta all'attenzione dei pensieri che sorvolano la mente prima del sonno.

Avete mai avuto quella sensazione? quella sensazione che improvvisamente il puzzle cominci a sistemarsi, di intravedere la figura, l'immagine spezzata tra le tante parole ed emozioni che ogni giorno quasi come ossigeno produciamo, dimenticandocene.
Riflettevo sui concetti del libro che avevo oramai chiuso, un libraccio di matematica noioso e coinvolgente allo stesso tempo (mannaggia, ho scoperto forse l'unico talento che ho davvero a 25 anni, che palle...), e a quello è entrato quasi di violenza un ricordo di fisica, dell'aria verso il punto di brina, la formula di magnus qualcosa, dopo guarderò bene, e mentre mi passavo tra le dita mentali un concetto fresco di lettura e qualcosa di vecchio e forse errato ecco, l'illusione che ci fosse un collegamento più forte di quello che si può descrivere, quasi una universalità, quasi di possedere una forza mentale per cui, qualsiasi concetto avessi aggiunto avrei potuto dargli un posto ben preciso, anzi un significato concreto e reale, e non solo teorico.

Ma poi alla stessa velocità basta, scompare, si dissolve quasi con un sorriso. Beffardo però, mai indulgente.

giovedì, aprile 10

Pronti ai posti...

Macchina Fotografica. Celo
Mutande e calzini. Celo
Maglione pesante. Celo
Matita con gomma, blocco per appunti, penna, moleskine. Celo.
Stivali anfibi. Addosso.
Passaporto. Celo.
Sciarpa morbida. Celo.
Pantaloni packable. Celo.
Spazzolino da viaggio. Celo.

Ok, direi che non serve altro.

Per una volta che viaggio e mi godo pure il paesaggio...

venerdì, aprile 4

Interruzione

Stavo scrivendo ma poi mi sono interrotto. A domani.

martedì, febbraio 26

 
Era un estate ed eravamo tanti amici,
poi un pò ne abbiamo persi per strada,
un pò di storie son finite,
altre mai iniziate.
Ma per fortuna le persone importanti
no, quelle no,
non scompaiono mai.
Buona giornata, bastarda
Posted by Picasa

lunedì, febbraio 25

La sfida della Complessità

Ricordo di aver letto un testo a riguardo.
E mi pare che il titolo sia un buon titolo. Sfida perchè è un terreno sconosciuto, un rischio, un'avventura. "Della Complessità" perchè i sistemi teorici complessi hanno già preso vita, stanno già cominciando a sfidarci. Sul piano teorico, attraverso le teorie di Weaver (ma non solo lui), ma soprattutto sul piano sociale, sul piano giornaliero. Lo Scope attraverso il quale osserviamo la società umana ora è incredibilmente più ampio rispetto a pochi anni fa. Ciò che noi vediamo, attraverso le immagini in particolar modo, è qualcosa che difficilmente comprendiamo proprio perchè non siamo addestrati ad affrontare problemi complessi.

è come se, con una teoria che funziona poco e male nell'analizzare il comportamento di un gas all'interno di un contenitore stagno ora, con la stessa teoria, dovessimo analizzare l'atmosfera di un pianeta. Impossibile farlo, eppure ecco che ci troviamo di fronte alla necessità di farlo. Ne deriva la nostra stessa sopravvivenza, il nostro benessere, il nostro stile di vita. E non è facile scoprire che è proprio questa necessità di conservare che spinge di più l'uomo ad innovare. La comprensione superficiale che inferendo dati distanti tra loro vi sia un livello di complessità commisurabile è una spinta a comprendere tali fenomeni ed influenzarli a proprio favore.

Faccio un esempio molto semplice: il costo della carne, del latte, della pasta.

Ad una analisi semplice di causa ed effetto vi sono alcuni elementi che giustificano e causano (appunto), la variabile: livello di tassazione statale, prezzo arbitrario, situazioni ambientali locali, valore di mercato (la famosa domanda ed offerta), cause straordinarie (la mucca pazza e l'aviaria per esempio), stile alimentare del mercato analizzato. Ce ne sarebbero altre che direttamente influenzano il prezzo, ma queste a mio avviso le principali.

Eppure pur con tutti questi dati oggi giorno è difficile giustificare taluni aumenti o ribassi.

Perchè il prezzo della carne nel mercato occidentale (in italia meno, in USA molto di più) è influenzato dal costo del petrolio, dalle nuove tecnologie in fatto di motori, dalla crescita economica della cina, dalla moria di api in europa (-50% negli ultimi anni), dalla politica agricola tedesca e francese e altri in scala molto più ridotta.

Eliminando la parte matematica, di per se molto affascinante ma se cominciassi a parlare di sistemi adattativi complessi ed una possibile applicazione della Cyclomatic Complexity theory applicata all'ambito sociale al fine di rendere il sistema commisurabile in scala eliminando i fattori non completamente pertinenti, ove M = E - N + 2P (ove M è la complessità ciclomatica rappresentata su di un diagramma di flusso, E il numero di archi, N il numero di nodi, P il numero di Predicati, vedi anche V(G)= P + 1, che io chiamo la legge di Murphy Ciclomatronica, ma che realmente esiste anche se esula dal mio campo), insomma, eliminando i numeri e mantenendo le parole, il mio scopo non è dire quanto sono bravo, ma cercare di far comprendere come la nostra sopravvivenza ora sia un problema molto più ampio, soprattutto a causa dell'estensione della rete economica che ora come non mai si può dire planetaria. Su questo sfondo anche prodotti come la carne e la pasta, che si direbbero locali, sono pesantemente giustificati da contingenze planetarie.

Parlando nei dettagli il petrolio influisce sui costi di trasporto principalmente, ma soprattutto sulle nuove tecnologie per quanto concerne il trasporto su gomma, che dalla benzina dipende totalmente. Uno di questi interessanti sviluppi è stato il biodiesel, che si ricava molto bene dai prodotti cerealicoli. questo ha spinto molti agricoltori a vendere i propri raccolti ai produttori di biodiesel che assicurano margini migliori e costante consumo dei propri prodotti (e come si può non capirli). Ciò produce un aumento della richiesta di mangimi per animali di allevamento che porta ad un aumento dei prezzi e lo stesso mercato dei prodotti farinacei si trova in difficoltà. Il mercato della carne dipende inoltre molto dalla produzione di balle di erba medica, soprattutto dai campi tedeschi e francesi, il che ha portato ad uno strano meccanismo in cui il denaro che la germania spende in tasse europee rientra maggiorato attraverso i finanziamenti agricoli, e lo stesso accade in francia. Ma la produzione di erba medica dipende in gran parte dall'impollinazione delle api, che essendo molto sensibili all'inquinamento atmosferico ed alle PMI sono quasi estinte in europa. Quindi i campi di erba medica non crescono a causa dell'inquinamento e la leva richiesta/offerta fa salire il costo della materia prima. Alimenti alternativi non ce ne sono e il prezzo della carne e pasta registra una crescita costante. I produttori si trovano in difficoltà non avendo prezzi in linea con il mercato e la dieta europea si spinge verso altri prodotti, così provano a vendere in altri mercati ciò che non riescono ad far assorbire dal nostro. Già adesso grandi navi container trasportano carne surgelata verso il mercato più importante al mondo, la cina, che da una dieta primariamente vegetariana si stà spingendo sempre più verso un consumo sfrenato di carne, con tutti i problemi che comporta. Ciò porta i produttori a considerare quello il mercato più importante, e il prezzo in europa sale ancora di più.
la soluzione che si considera maggiormente per risolvere il problema dell'inquinamento da gomma è il biofuel, che come abbiamo visto innesta una serie di problemi di natura economica ben distanti dalla semplice causa ed effetto. Inoltre per ripopolare di api non basta un anno, sebbene questi animaletti sono molto prolifici.

Tutto questo è facilmente descrivibile a livello matematico, non essendo altro che una serie di iterazioni complesse tra fattori diversi. La nostra matematica può affrontarli benissimo e sebbene sia impossibile "risolvere" l'equazione, perchè di equazione non si tratta, almeno è facile avere una visione di insieme della situazione. Certamente, ci vorrebbe una freschezza mentale e libertà da pre-concetti di natura politico-storica considerevole, ma è possibile. I sistemi complessi vengono giornalmente testati nei campi più disparati della conoscenza, dalle scienze informatiche alle reti neurali alle analisi sociali come questa. Serve solo che ciò che viene studiato venga poi applicato, che, insomma, si creda finalmente nel valore della matematica nel risolvere problemi di natura complessa e sociale.

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il cannocchiale

mercoledì, febbraio 20

The History of Evil

Very nice video, i simply love YouTube



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Memoria

Avevo tante cose da dire ma me le sono dimenticate tutte...

Capita. A 80 anni.

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martedì, febbraio 12

πολυμαθής

"Having learned much"

Se vi è un ideale per me, un uomo che possa rappresentare un modello reale, esistito, certificabile, decifrabile e completo, se esiste questo modello è il πολυμαθής, ovvero l'uomo del rinascimento, l'Homo Universalis, o qualsiasi altro termine si voglia utilizzare.
Nel corso di questi anni mi è capitato, certe volte quasi per caso, di imbattermi in tali personaggi. Che hanno avuto la generosità di sgretolarsi di fronte alle mie ricerche nei loro confronti.
Leonardo Da Vinci, il πολυμαθής per eccellenza forse, ma non troppo diverso da un Abbas Ibn Firnas (L'inventore del vetro moderno per intenderci, una cosa da nulla..), o l'inventore della metrica araba, il famoso Secondo Maestro (secondo ad Aristotele), o Solimano il Magnifico per rimanere nella zona araba, molto fertile nel medio evo di tali personaggi, o Leibniz Newton e Goethe, l'ultimo grande riconosciuto dalla storia. Tutti questi grandi nomi si sono sgretolati ad opera della storia, e ciò che hanno perduto in Mito l'hanno acquistato nell'Uomo. Con le proprie paure e fallimenti, quasi ad indicare che è possibile, che non è questione di intelligenza (anche se aiuta) ma volontà, di sogno.

Ed è il sogno dell'Umanità tutta, è il sogno della conoscenza che permette, raccogliendo i fili di diversi saperi, di cercare di affrontare la morte con serenità. Il πολυμαθής è l'uomo dai vasti saperi che raccogliendone di nuovi accresce anche ciò che già pensava di sapere. In tutti vi è la perfetta sintesi tra la ricerca dell'uomo, nella sua mente (la psicologia, la storiografia, l'arte, la pazzia, la musica, il linguaggio, la filosofia ...) o corpo (l'anatomia, la medicina, l'evoluzione) , e della natura, di ciò che è fisico (la chimica, l'ecologia, l'astronomia, l'ingegneria, la zoologia, la botanica...) che di ciò che è matematico, ovvero non apparentemente esistente ma teorizzabile (quale l'analisi matematica, l'economia, la fisica teorica, l'economia ...).
Ogni categoria comprende l'altra, e ciò che studio del mondo matematico si ripercuote su ciò che conosco del corpo umano, perchè nell'era delle università specializzate, del sapere inscatolato e somministrato in sistemi facili da valutare a posteriori ci accorgiamo improvvisamente che non vi sono scoperte, invenzioni, rivoluzioni.

Che potere creativo ha un inventore (se mai ne esistano ancora) che non abbia letto una riga di Kant, non abbia osservato a lungo un lavoro architettonico di Le Corbusier, non ascolti almeno una volta nella vita una musica di Rabindranath Tagore (cosa non difficile dato che sono rispettivamente gli inni nazionali di India e Bangladesh) o letto una sua opera teatrale o scritto minore?
La risposta è semplice: Nessuno.
Ed a dimostrazione di ciò vi è il fatto che la tecnologia e scienza che oggi studiamo è sempre la stessa da decadi, in una paradossale società che si muove più velocemente della tecnologia che la sostiene. Viviamo nella società globale ma ciò che facciamo non è altro che applicare il concetto concepito da Marconi, che per primo ideò la comunicazione in assenza di un medium fisico. Illuminiamo le nostre città grazie ad uno strumento oramai vecchissimo: la lampadina. Alimentiamo le nostre industrie e raccogliamo energia con qualcosa di poco distante dalla macchina a vapore. Usiamo gli stessi sistemi politici e sociali di cui discutevano ad Atene.

Cosa può fare una società senza persone come Heron-Allen, che oltre ad essere avvocato, costruttore di violini, traduttore e scrittore in lingua Persiana e altre lingue, biologo marino, critico letterario, coltivatore di asparagi, archeologo, filosofo Buddista, metereologo e divulgatore scientifico, trovò anche il tempo di pubblicare scritti di ricerca sulla calligrafia di luminari del passato e decine di romanzi sotto diversi pseudonimi? Un dilettante forse, ai suoi tempi era possibile farlo, eccetera eccetera. Ma visse tra il 1860 e il 1940, rimase lucido fin quasi alla fine e forse, contrariamente a molti specialisti, trovò il legame tra queste diverse materie così apparentemente distanti, e ne studiò solo una, raggiungendo livelli che nessuno "specialista" del rispettivo campo avrebbe mai potuto sognare.

Alla domanda: cosa vuoi fare da grande?
Rispondo: il πολυμαθής, e lo sono già, nella mente e nella volontà.

Ad una donna forte

Ho visto nel tuo sguardo quella forza di cui hai bisogno. e la cosa non può che farmi piacere. Ma alla forza bisogna aggiungere la costanza, di tenere duro, di continuare ancora. E voglio aiutarti ad imparare quella, perchè di tutto il resto in quello sguardo non c'è bisogno.

Inutile dire che il destino è cieco. Piuttosto diciamo pure che la Dea Bendata è una vacca, e quella sua conucopia sa bene dove può mettersela..

mercoledì, febbraio 6

Gatti

Ecco vedi. siamo come quei gatti..

Quali gatti?

Quelli lì, nelle loro tane.

Non li vedo mica.

Non li vedi perchè sono nelle loro tane, ma ci sono, lo sai anche tu.

Hai ragione. E perchè saremmo quei gatti?

Perchè vedi quel piatto di cibo, posato lì davanti alle tane?

Lo vedo, cosa c'è di strano?

Ci mangiano i colombi, e i gatti glielo permettono.

Non avranno fame.

No, se potessimo stare a sentirli, e potessimo capirli, stanno dicendosi l'un l'altro: Guarda, i colombi mangiano il nostro cibo, vai ed allontanali. E se lo dicono tutti l'un l'altro. Così nessuno si muove. Sprecano il tempo forse, o forse proprio perchè c'è il cibo lì, e i colombi anche, e la tana, e noi che stiamo a guardarli. forse per tutte queste ragioni approfittano per dirselo l'un l'altro, si spronano a vicenda ed è tutto così perfetto che si convincono tra di loro e nessuno si muove.

Ed intanto il cibo se lo mangiano i piccioni.

Ma non ha importanza quello. siamo anche i piccioni noi.

Siamo i piccioni ed i gatti?

Ovvio, cosa mangiano i gatti?

Il cibo. però anche i piccioni. Ma è tutto più faticoso. Bisogna tendere l'agguato, bisogna poi evitare le piume. non sarebbe meglio il cibo.

Ma il cibo è lì perchè qualcuno ce lo mette, non ha un buon sapore e la ragione è tutta lì.

Adesso mi dirai che siamo anche il cibo.

Se il cibo lo mangiano i piccioni sì.

Perchè noi siamo i colombi e gatti, vero?

Perchè noi siamo quello che vogliamo diventare, anche se non ce ne accorgiamo. I gatti lasciano mangiare il cibo ai colombi perchè fanno una scelta. Tutto quel parlare è esprimere una scelta, decidere di non mangiare il cibo, decidere di cacciare. Voler fare uno sforzo. Ecco perchè noi siamo i gatti.

Ma i colombi perchè?

Guarda bene quello sulla destra. Lo vedi come ad ogni beccata alza la testa attento in direzione delle tane? E vedi come tutti sono pronti a spiccare il volo all'istante? Anche loro hanno fatto una scelta. Potrebbero starsene in alto, sui tetti, lontani dal pericolo, ma sentono che non sarebbe giusto, che il cibo è lì per essere mangiato e colgono l'opportunità anche se comporta pericolo. Adesso dimmi, non ci assomigliamo un poco a loro?

Sì, ma se siamo piccioni e gatti, allora noi che osserviamo chi siamo?

Siamo noi stessi, perchè è dell'uomo camminare e poi voltarsi indietro, stupendosi dei propri passi e riflettendo sulle scelte che lo ha portato lì, in ogni momento. Il bambino che scavalca il recinto, o sale nella soffitta, o insegue le farfalle, o colpisce l'amico, poi la sera si attarderà su ciò che ha fatto, e giudicherà la persona che ha fatto quelle cose. Che sia gatto, o piccione.

martedì, febbraio 5

Dialoghi

Oggi ho scritto un pò di dialoghi. poi per caso sono finito qui, su questo blog che non uso da tempo.

Allora, vediamo.

Il blog potrei usarlo anche per raccontare cosa ho visto oggi di bello, di interessante. Magari funziona. mi abituo e poi non smetto, sarebbe una bella dipendenza.

Però la prima volta lo farò in maniera retroattiva, e in breve tempo perchè sono stanco.

Ieri sera, notte, pioveva a venezia. Nella terrazza di casa mia, ingombra di piante, la pioggia raramente cade sulle mattonelle. Scivola tra le foglie, rimbalza sui rami, si lascia assorbire dalla corteccia di alcune piante.
Vi è una sola lampada, dal paralume antico, di ferro battuto come se fosse una locanda, e la luce, bianchissima, si riflette su quella che improvvisamente diventa una giungla. Le piante diventano nere, aggressive. Lucide e nervose, con la pioggia che lava la polvere.
Mi sono soffermato a sorridere di come i luoghi che conosciamo, i famosi luoghi familiari, i luoghi della nostra anima, quei luoghi che riconosciamo spesso prima di vederli, e sui quali ci soffermiamo quando diventano macerie. Proprio di quei luoghi noi riteniamo di essere padroni, quando invece come ogni luogo hanno una propria anima, un proprio comunicare, che non è il nostro.

Certo, pensiero banale, ma se anzichè leggerlo lo si prova, assume un'altra importanza.

Vado a letto che è meglio...

domenica, dicembre 17

Visioni

Tornando ieri sera, sulle scale di casa, ho avuto un momento in cui mi sono seduto, e ho ripensato a te. per quanto strano possa apparire, per quanto assurdo e colpevole possa essere, sei ancora dentro di me. Non a parole, a ricordi, o semplicemente nei gesti che mi ricordano di te. No, sei dentro la mia anima, ne hai lasciato un germe che col tempo cresce, e non so se sia lì a soffocarmi o a rendermi più forte, c'è, e devo conviverci.

Concentrandomi sul tuo viso ho notato che stà scomparendo, lentamente come tutti gli altri, perchè la mia mente non sembra fatta per ricordare , ma solo per elaborare, all'infinito, idee distanti tra di loro. Non c'è colpevolezza in questo, e sebbene provi a trovarla si nasconde così abilmente che il mio dimenticare non riesco a sentirlo sbagliato. Tu vivi in me, ora, e potranno le mie gambe percorrere migliaia di passi, potranno i miei occhi essere accecati da tutti i colori del mondo, tu sai immobile ed accanto a me, dormiente, finalmente tranquilla, perchè sei parte di me, come non lo è mai stato nessuno nella mia vita, e non potrà più esserlo.

lunedì, dicembre 4

Eva Cassidy

I am a poor wayfaring stranger While journeying through this world of woe; And there’s no sickness, toil nor danger In that bright world to which I go. I’m going there to see my Father, I’m going there no more to roam; I’m only go-going over Jordan, I’m only go-going over home. I know dark clouds will gather 'round me, I know my way is rough and steep; And beautiful fields lie just before me, Where God’s redeemed there vigils keep. I’m going there to see my Father, I’m going there no more to roam; I’m only go-going over Jordan, I’m only go-going over home. I’m going there to see my mother, I’m going there no more to roam; I’m only go-going over Jordan, I’m only go-going over home. I want to wear that crown of glory, When I get home to that good land; Well I want to shout salvation’s story, In concert with ohh the blood-washed band, I’m going there to see my Saviour, I’m going there no more to roam; I’m only go-going over Jordan, I’m only go-going over home. Well I’m only go-going over home. Yeah only go-going over home. Posted by Picasa

Ventre

Immergo la penna
nel tuo ventre fecondo

c'è il mio seme
nel tuo letto
tra le dita

sono mie le labbra
che sfiori
la notte nello specchio

respiro il tuo sospiro

domenica, dicembre 3

Lampreda

succhio
- avida lampreda -
il mio dolore
concedo al male
di pervadere
le vene,
veleno fecondo,
è nel suo sangue
seccato al sole
che Dio urla isterico
le sue paure.

venerdì, dicembre 1