domenica, maggio 25

Coppetta una tuba

Non parlo mai di calcio. Non lo trovo un argomento interessante di cui discutere dopo una partita. Lo faccio magari al bar per aggregazione, lo faccio alla fine di un campionato perchè, in fin dei conti, tutti vorremmo essere allenatori, tutti vorremmo soffrire e gioire come quei signori in giacca e cravatta quando intorno sono in pantaloncini e scarpe con i tacchetti. Ma non è questo il problema. Il problema è che vedendo la partita di ieri sera Roma - Inter, finale di coppa italia, mi sconvolge il livello di scorrettezza che divora il calcio italiano. Scorrettezza fuori dal campo, ma non se ne è vista ieri, ma soprattutto sul campo, con falli, finzioni, insulti, mani addosso. Gioco corretto una tuba mio capitano, gioco corretto una tuba se me lo concedete. Perchè certamente siamo tutti contenti che la Roma abbia vinto la Coppa Italia e l'Inter lo scudetto, così siamo tutti felici, ma c'è modo e modo.

Io sono un tifoso cento per cento neroazzurro, ho seguito tutti i campionati senza mai una flessione di fede interista. Dico però che questo campionato è rimasto leggermente falsato, che io spero che pressioni non se ne siano fatte, spero che le sviste arbitrali che ci sono state per alcune squadre, non ultime la Roma che ha "rubato" pure lei, siano state frutto di un'eccessiva pressione dovuta alla chiacchera da bar televisiva, ai comunicati stampa quasi si parlasse di guerra mondiale quando è solo gioco del calcio, alla pressione che tutto il mondo calcistico ha subito anche a causa delle tragedie che si sono consumate questa stagione fuori dagli stadi. Insomma un calcio che grida al miracolo perchè una partita non è finita in un bagno di sangue nel parcheggio fuori dallo stadio, una partita in cui si loda il comportamento della tifoseria che lancia fischi assordanti durante l'inno di mameli, ma soprattutto una partita che ha dimostrato, ultimo atto di un campionato violento, che la scorrettezza in campo è la regola.

Non so se riproporranno mai l'azione che ha innestato il secondo gol della Roma. Quello è fallo. Cassetti commette un netto fallo su Cesar, inutile girarci intorno. è cartellino giallo perchè su azione offensiva dell'Inter e la spinta è sul corpo, non sulla palla.
Però l'azione prosegue, si segna il gol con l'Inter che aspetta incredula che si fischi il fallo e così è tutta la partita, quando viene fischiato contro i Romanisti alzano le braccia al cielo invocando San Pietro, però quando è da buttare fuori la palla perchè un interista è a terra quasi ci si dimentica di farlo. Sei ammoniti (di cui Zanetti)non è una partita corretta, smettiamola di prenderci in giro. Lo spettacolo pietoso di questi giocatori che quando commettono fallo imprecano, alzano le braccia al cielo, si lamentano aizzando il pubblico non è calcio.

La domanda finale quindi è. Se il colpo di testa di Burdisso fosse andato dentro invece di colpire il palo? Se poi ai rigori avesse vinto l'Inter, o magari su azione dopo, la partita sarebbe finita correttamente? o la Roma invece di "Godersi la Coppa" si sarebbe lamentata dell'"Inter ladrona"? i fischi dagli spalti sarebbero diventate monetine?

La palla è rotonda e la vittoria io reputo sia andata meritatamente alla Roma per la voglia e l'intelligenza e freddezza di mantenere il risultato rallentando la manovra avversaria (anche se è scorretto, ma lo fanno tutti, più o meno), però sarebbe stato bello che segnasse con un altro gol, un gol pulito e non sporcato dal Capitan Zanetti che blocca Morganti urlandogli addosso. Non è bello finire così il campionato, non è bello che all'ultima gara si gridi al miracolo per l'assenza di contusi e si ringrazi la Roma che vince e non perde perchè gioca in casa. Perchè magari non bastavano 2000 poliziotti (ma abbiamo idea di quanto costano?E mica pagano le società) a contenere la violenza generata dalle troppe dichiarazioni piagnucolose di certi giocatori. L'inter è anni che non vince, è abituata alla sconfitta, ha imparato da essa e gioca con tutto il sangue nelle vene. Magari la Roma non è abbastanza matura per capire che perdere uno scudetto non vuol dire che gli altri hanno rubato.

lunedì, maggio 5

Distanza

Ieri sera strana sensazione, forse dovuta alla pioggia, forse dovuta alla stanchezza, forse dovuta all'attenzione dei pensieri che sorvolano la mente prima del sonno.

Avete mai avuto quella sensazione? quella sensazione che improvvisamente il puzzle cominci a sistemarsi, di intravedere la figura, l'immagine spezzata tra le tante parole ed emozioni che ogni giorno quasi come ossigeno produciamo, dimenticandocene.
Riflettevo sui concetti del libro che avevo oramai chiuso, un libraccio di matematica noioso e coinvolgente allo stesso tempo (mannaggia, ho scoperto forse l'unico talento che ho davvero a 25 anni, che palle...), e a quello è entrato quasi di violenza un ricordo di fisica, dell'aria verso il punto di brina, la formula di magnus qualcosa, dopo guarderò bene, e mentre mi passavo tra le dita mentali un concetto fresco di lettura e qualcosa di vecchio e forse errato ecco, l'illusione che ci fosse un collegamento più forte di quello che si può descrivere, quasi una universalità, quasi di possedere una forza mentale per cui, qualsiasi concetto avessi aggiunto avrei potuto dargli un posto ben preciso, anzi un significato concreto e reale, e non solo teorico.

Ma poi alla stessa velocità basta, scompare, si dissolve quasi con un sorriso. Beffardo però, mai indulgente.