venerdì, giugno 11

L'onda, l'oceano e l'immortalità

Un esempio con il quale si spiegava spesso la teoria Relativistica Generale è descrivendo un oceano. In esso materia (con annesso spazio) energia e tempo, ovvero decadimento entropico per alcuni, sono collegate dall'influenza che ognuno di questi tre elementi subisce e fornisce agli altri, modificandone la geometria in funzione del raggiungimento di un equilibrio. Se possiamo dire che la massa è energia condensata, allo stesso modo il tempo T è sinonimo di cambiamento (nello specifico di esaurimento) relazionato alle due quantità sopraindicate, sebbene in maniera meno evidente. lo stesso Einstein, "padre" della relatività, spiegò ad un convegno che T, il tempo, è qualcosa di ancora sfuggente all'intelligenza umana.

Ma se per l'uomo moderno esso era una quantità fissa, misurabile in maniera precisa ed infallibile, la pattuglia di tecnici che nell'ultimo secolo hanno osservato i quanti e le onde sono riusciti a stravolgere questo preconcetto, aprendo le porte di un mondo in cui il discreto è solo approssimazione (f, c, ecc) ed anche il tempo è dimensione fluida, continua. Si può dilatare e forse addirittura accelerare, e l'universo con le sue infinite iterazioni spazio-massa-energia ha dimostrato di poterlo plasmare in base alle proprie necessità di equilibrio e contenimento.

Quindi questo oceano è percorso costantemente da correnti e soggetto a fenomeni quali evaporazione, spostamento di massa, distribuzione di energia tramite il passaggio di calore, ecc. E possiede diversi livelli con caratteristiche profondamente differenti l'uno dall'altro, come è facile rendersene conto immergendosi sotto il pelo dell'acqua.

Il problema però che continua la fisica teorica ad affrontare è la definizione precisa delle forze che vi agiscono e le loro iterazioni. e per comprenderle a fondo bisogna andare sempre più nel dettaglio. Se Galileo e Newton compresero le basi di fenomeni comuni e diffusi, ora il fardello è ben più elusivo. Si ricercano infatti i mattoni con i quali è costituito l'universo, degli elementi fondamentali con i quali poter costruire tutte e tre le sfaccettature della nostra realtà apparente. Inoltre si affronta con scarsi risultati la natura del Tempo, la sua funzione e comportamento. Di tutto ciò che infatti noi possiamo toccare e studiare con strumenti sempre più raffinati, il Tempo rimane invisibile.

Eppure il nostro cervello lo percepisce distintamente. Non proveremmo noia o fretta senza una approssimativa comprensione che ESISTE. Non definiremmo calendari e indosseremmo orologi. Non ci saremmo nemmeno, perché se il tempo non ci fosse l'universo come lo conosciamo noi non esisterebbe, non avrebbe possibilità di evolversi in ciò che è adesso. Inoltre è oggetto di speculazione, e personalmente tendo a dare credito al potere creativo e immaginativo del cervello umano. La fantasia insomma.

Quindi il tempo è una "quantità" discreta che va via via esaurendosi dal primo istante di esistenza dell'universo? L'entropia sembra dirci questo. è praticamente il numero (inconcepibile per noi, ma comunque finito) di iterazioni energetiche che possono avvenire prima che tutto si fermi. Ma con entropia si parla di ordine e caos, concetti antichi. Inoltre se accettassimo l'entropia come elemento discreto, dovremmo speculare sullo scopo dell'universo, e cosa viene prima e cosa viene dopo.

Oppure è una dimensione elastica, che "riempie" gli spazi energetici allo stesso modo della materia nera dello spazio freddo (il "nero" del cielo per intendersi) o l'aria? Interessanti teorie prendono spunto da questo, indicando il tempo come totalmente dipendente dalla geometria materia-energia in un determinato punto. Si passa dal discreto al continuo, garantendo quindi all'universo una durata indefinita. Non si spiega però esista la "percezione" del tempo.

Infine il tempo potrebbe essere non dimensione a sé stante ma percezione delle trasformazioni energetiche in un dato luogo geometrico, e così infatti Einstein spiegherebbe perché la luce, i fotoni, possiedono comportamenti così peculiari. Il famoso paradosso dei gemelli prende spunto da questo: due gemelli omozigoti, uno resta sulla Terra, l'altro prende un'astronave che si avvicina alla velocità della luce, il tempo di deforma di conseguenza e quando questo ritorna il tempo non è passato allo stesso modo per entrambi. Quindi il tempo è relativo a dove sei per ogni "istante". L'ispirazione di questo gioco mentale Einstein chiaramente la deriva da un altro esempio proposto da Galileo in relazione al moto dei gravi (il galeone). Quindi il tempo smette di "esistere" ed è solo conseguenza di altri fenomeni. Peccato che la natura dei quanti, come è stata sviluppata da Einstein sia fondamentalmente errata. Lo so, è una bestemmia, però purtroppo E non è sempre uguale a mc^2 . Ce ne siamo accorti subito, ma l'eleganza di quella formulazione ci costringe ad attenerci ancora ad essa.

Ecco, i quanti. Ci hanno illuso di poter comprendere tutto. Si è scritto di teorie unificanti, quello di cui sto parlando appunto, i mattoni fondamentali. Né materia né energia, ma quanti. La luce come particella che oscilla, Maxwell superato in qualche balzo, il fotone, il protone, l'elettrone e neutrone (per mantenere le cose semplici) che attraversano imbuti o colpiscono lamine d'oro lasciando impresso il loro passaggio. Lo spettro energetico, con una piccola fetta visibile e tutto il resto comunque esistente e "fisico". Anni eccitanti, di grandi sviluppi tecnologici. In cui si sono create nuove parole, per rimanere in ambito non-Maxwelliano: plasma, laser, ecc. Cose che esistono ma non appartengono più alla triade gas liquido solido, non reagiscono più come previsto dalla "vecchia" fisica.

In questi anni la teoria è diventata la lente di ingrandimento attraverso la quale osservare la realtà. Ed improvvisamente l'oceano si è dimostrato pieno di increspature l'una diverso dall'altra. Particelle che non abbiamo mai osservato ma solo simulato sulla carta, concetti quali l'influenza che l'osservatore genera nell'esperimento non fisicamente ma mentalmente, un labirinto di specchi in cui la domanda fondamentale è: sei sicuro che ciò che osservi è la realtà o è solo ciò che vuoi vedere? Sei sicuro che il tuo esperimento non fosse avvelenato dal tuo desiderio di dimostrare solamente la tua teoria?

Osserviamo oramai cose che intuiamo nella nostra mente, costruiamo acceleratori di particelle ed estraiamo da atomi senza sapere se, proprio come in una centrifuga da laboratorio, ciò che tiriamo fuori sia l'unico elemento che c'è. è difficile adattare la nostra mente al pensiero fisico teorico moderno. Prima era semplice: una mela che cade ed ecco la gravitazione. La luce di una stella lontana deflessa dal campo magnetico di un pianeta nel mezzo ed ecco una teoria sulla luce, una bomba atomica e ti dimostro la relatività.

Ma come è possibile dimostrare le iterazioni tra materia e l'anti materia? Come è possibile immaginare la nube probabilistica di un elettrone intorno al suo nucleo? Ci fanno studiare l'atomo come un sistema solare, poi ci spiegano che no, non orbita, probabilmente appare in un determinato livello energetico. infine ci dicono: ok, dimentica tutto, l'elettrone non è solo, è insieme ad altri, e insieme ondeggiano come un'onda tridimensionale in ogni possibile posizione intorno al nucleo. Per una regola che non conosciamo hanno un equilibrio per cui più ce ne sono più l'atomo è grande e modifica radicalmente le proprie caratteristiche. No, non sappiamo cosa ci sia tra un'elettrone e l'altro, non chiedere. E queste onde (sì, non è solo un'onda elettronica intorno ad un determinato nucleo) interagiscono tra di loro in combinazioni così complesse che ci è impossibile definirle quindi ne valutiamo la probabilità. ed incredibilmente ciò che abbiamo sviluppato 4000 anni fa è corretto: la matematica è corretta. gli elettroni intorno ad un nucleo si spostano apparentemente secondo una base lineare algebrica, coordinate cartesiane insomma.

L'uomo ha scoperto come funziona l'atomo, una nube elettronica, prima ancora di sapere che esistesse. Istinto, migliaia di persone che per secoli hanno inseguito un universo totalmente teorico fatto di quantità (mi pare che il nostro cervello più del centinaio non riesce a contare oggetti fisici distinguendoli) e iterazioni (avete mai visto 3/4 di freccia?) slegate alla realtà e BAM! è tutto vero. Non serviva questo per dircelo, lo si capiva già prima, ma anche questa è una sorpresa. Dati strumentali alla mano, non serve inventare nulla, la matematica inconsciamente ha già dato una risposta. Se non siamo fatti ad immagine e somiglianza di chi ha creato questo universo, queste "regole", come facciamo a saperlo a priori?

Nello scorso secolo l'uomo ha scoperto che tuffandosi in questo oceano di energia-materia-tempo-spaz
io egli sa nuotare. E anche bene a quanto pare, se già ci gettiamo a osservare nella nostra mente ciò che non esiste, l'antimateria, o ciò che non accade, l'anzitempo o tempo alternativo. Nel quale probabilmente io sono morto in quell'incidente in barca nel 2002, Hitler ha continuato a fare il pittore, Zuckenberg si è trovato la fidanzata prima di rubare il codice e concetto di creare Facebook e tutto questo non sarebbe mai potuto essere scritto. Mmmmm... non male come idea.

Ora c'è la sfida più difficile: osservare queste increspature, che abbiamo chiamato teoria quantistica, e mantenere uno sguardo al disegno generale per non perdere l'opportunità che in futuro qualcuno replichi i grandi scopritori della realtà. Ma soprattutto cercare i mattoni, scoprire cosa sono, "perché" ci sono, inseguire veloci gli infinitesimi che si nascondo tra lo 0 e 1, nella speranza infine di giungere al numero indivisibile, la traccia che l'universo ha creato per indicarci il limite ultimo che non si può attraversare. è una corsa suicida, una corsa che la matematica smentisce: tra due quantità vi è sempre una terza.

Ma come possiamo giustificarlo noi, alle nostre povere menti fatte di sensazioni e visioni che non coincidono con il potere infinito della nostra mente? Come possiamo pensare di non essere fatti di nulla? Che ciò che mi tiene separato dal resto della materia è energia condensata uguale in tutto e per tutto al tavolo sui cui i miei polsi poggiano, la tastiera che premo, gli scambi elettrici che avvengono all'interno del processore che distillano informazioni che vengono distribuite in cavi elettrici identici a ciò di cui sono fatto? E queste informazioni sono poi duplicate istantaneamente a tu che leggi, proiettate su di uno schermo che emette luce che è composta della stessa tua sostanza, impressioni visive decodificate tramite processi energetici all'interno di neuroni che, a livello atomico, non hanno nulla di diverso da una finestra, un asteroide, un metrocubo d'aria, dei raggi X emessi da una stella che non vedremo mai che ruota aggregata ad una galassia che non possiamo sapere esista.


Perché la fisica esiste per trovare quel mattone finale, così che ci sia la prova dell'esistenza dell'anima.

Perché al momento, negli infiniti spazi tra 0 e 1, non ha alcun luogo ove andare.

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